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Immanuel Casto torna al Viper di Firenze

E' il fenomeno (trash?) del momento: lo ami o lo odi. Canzoni orecchiabili, pop elettronico e testi volutamente provocatori, ricchi di doppi sensi e allusioni al sesso. E' Immanuel Casto, re del porn groove (come si è auto-procalmato), fenomeno nato dal web, che ha fatto capolino anche in qualche radio e ora è in giro per lo stivale. Venerdì prossimo (29 ottobre) arriva – anzi torna - al Viper Theatre, ma sono altre due le tappe dell'Adult Music Tour in Toscana.

Firenze è la quinta data della tournee, che ha toccato Bologna, Milano, Roma e Bari. Il Casto Divo (altro soprannome del musicista) torna sul palco del Viper (costo 8 euro), che lo ha già ospitato nel 2009, per il suo primo tour, e lo scorso aprile, durate la serata “Queer Aboard”. Immancabili le Beat Girls, le tre ragazze che compongono il suo corpo di ballo.


Questa estate Immanuel è passato anche dalla terrazza del Mamamia di Torre del Lago, dove si è esibito in uno showcase. Chi perderà la tappa fiorentina, potrà recuperare il 26 novembre al Karemaski di Arezzo o l'11 dicembre al RMX (Ponsacco, Pisa). Immanuel Casto, al secolo Manuel Cuni, 27enne di origini bergamasche, ha dato vita al progetto musicale 5 anni fa.

C'è chi lo trova ironico, altri lo considerano volgare. La sua popolarità sta comunque aumentando, grazie a un'intelligente strategia di marketing e video sempre più curati. Ad oggi sono quasi 15mila i seguaci su Facebook . I video su Youtube, da “Che bella la capella” fino a “50 bocca, 100 amore” e “Anal Beat”, sono un cult. Imitatissimi anche i balletti che ricordano le movenze di Heather Parisi e Lorella Cuccarini.

Se in estate i fan del re del porn groove hanno cantato “25 escort, escort”, questo autunno il tormentone sarà “Aprimi il pc, formattami l'hard disk”. Il testo, ovviamente allusivo, è quello del nuovo singolo “Crash”. Il video (guardalo qui sotto) è online dal 6 di ottobre e in tre settimane ha totalizzato oltre 100mila visualizzazioni.

E te cosa ne pensi? Immanuel Casto: è un genio o è volgare? Commenta!

Se vai a vedere il concerto, posta la tua recensione!

 

Altre info su Immanuel Casto:
il sito ufficiale
l'intervista pubblicata da Pride
il canale su Youtube
 
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Il (finto) gay pride di Livorno
arriva al cinema

Lo scorso 21 giugno, 300 comparse si sono ritrovate a Livorno, insieme a Nicolas Vaporidis, Paolo Ruffini e Chiara Francini, per girare alcune scene del nuovo film di Fausto Brizzi, il regista di Notte prima degli esami ed Ex. Mercoledì prossimo (27 ottobre) “Maschi contro Femmine”, una mega produzione 01 Distribution, arriva al cinema.

La troupe aveva scelto piazza della Vittoria a Livorno per filmare alcune scene ambientate durante un gay pride, con tanto di carri allegorici, striscioni, bandiere e palloncini.


Di sicuro molte delle comparse andranno al cinema, per scoprire se sono riuscite a entrare in qualche inquadratura. Già dal trailer del film (guardalo alla fine di questo post) sono visibili alcuni fotogrammi girati a Livorno.

Per la scena si era mobilitata la comunità ga
y: sono stati centinaia i giovani che sono accorsi per le riprese, complice il tam tam lanciato sul web dal Mamamia di Torre del Lago. Sul set era presente anche la “sovrana” del noto locale gay, Regina Miami, insieme ad altre drag queen toscane, tra cui Dayana Original Doll, la resident drag del Fairy di Firenze.

La scena girata a Livorno rientra in una delle quattro storie raccontate dalla pellicola, dedicata alla guerra tra i sessi e che sarà seguita da un secondo capitolo (“Femmine contro maschi”). In sintesi: Andrea (Nicolas Vaporidis) e Marta (Chiara Francini), due amici che condividono un appartamento, si innamorano della stessa persona: Francesca (Sarah Felberbaum), ragazza in una fase di confusione sessuale. Da qui si dipana la trama.

Cosa resterà delle tematiche gay e lesbiche in questo film?
Staremo a vedere.



Per la cronaca: altre scene del film sono state girate sulle spiagge bianche di Vada, per una sequenza con alcuni (finti) nudisti, sul lungomare di Tirrenia e a Viareggio.



Sei andato al cinema a vedere il film? Condividi la tua opinione con gli amici di FlorenZina, lasciando un commento!

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Metti il gay in prima pagina


Ormai il gay fa notizia. E lo fa ancora di più il coming out (vedi Tiziano Ferro & affini). Di questi tempi l’omosessualità è una delle parole chiave per i media, tanto da poter influire sulle vendite di quotidiani e settimanali. Alcuni saranno rimasti sorpresi, ieri mattina, leggendo la locandina del Nuovo Corriere di Firenze, che recitava a caratteri cubitali: “Mamma sono gay: le confessioni degli omosex fiorentini”. E chi è finito sulle colonne del quotidiano fiorentino? Un politico, una Miss, ma anche le storie dei gay “della porta accanto”.


Nonostante il titolo “strillato”, il giornale affronta il tema dell’omosessualità senza cadere nei luoghi comuni, raccontando la realtà omosessuale attraverso le parole di chi ha fatto coming out: un 31enne impegnato per Ireos (una delle associazioni fiorentine lgbt), un infermiere fiorentino e il suo compagno.

C’è anche un’intervista a Marica D’Amico, in arte Markesa, che lo scorso agosto è stata incoronata Miss Trans Italia 2010 a Torre del Lago. La performer, molto conosciuta nei locali gay toscani, racconta la storia della sua transessualità: un percorso lungo, ma con l’aiuto di una famiglia sempre presente.


Non manca il riferimento a due fatti in primo piano negli ultimi giorni in Toscana: la notizia di una coppia gay di Livorno che ha avuto un figlio grazie a un utero in affitto negli USA e il polverone politico sollevato per la vicenda di Alessandro Cresci (coordinatore provinciale dell’Italia dei Valori, accusato da un militante del partito di non essere affidabile, perché non dichiarato).

In un momento in cui la tv porta sullo schermo il solito gay stereotipato, fa piacere leggere un giornale che parla di omosessualità senza precocetti.
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I due babbi e il bebè


Può sembrare un termine oscuro nel significato, ma “omogenitorialità” indica una cosa  semplice: una famiglia composta da un figlio (o più) e due genitori dello stesso sesso. Famiglie meno diffuse di quelle tradizionali, che però anche nella nostra Italietta bigotta iniziano a conquistare visibilità, grazie all'iniziativa di pochi coraggiosi. E' il caso di una coppia livornese che, grazie a una “mamma in affitto” contatta negli Stati Uniti tramite un'Agenzia specializzata, ha adesso un figlio: David.

La loro storia è apparsa sulle pagine del Tirreno per poi essere ripresa da molti altri organi di informazione. 46 anni Valter, 50 anni Mario, sono diventati babbi lo scorso 10 agosto in una clinica californiana, dove “mamma – pancia” (come la chiamano loro), una trentenne messicana che vive da anni a San Diego, ha dato alla luce David.

I due, che si sono sposati nel 2008 a Barcellona e che convivono da 24 anni, sono da tempo impegnati a favore delle famiglie omosessuali che hanno avuto figli da unioni precedenti o attraverso la fecondazione artificiale. Mario è nel direttivo di "Famiglie arcobaleno", l'associazione che riunisce i genitori gay.


Una storia a lieto fine? Solo in parte. Secondo la legge italiana è Valter il padre di David: suo è il seme con cui è stata fecondata la “mamma in affitto”. Mario non ha alcun diritto, a differenza degli USA, dove entrambi sono riconosciuti genitori. E poi niente assegni familiari e la necessità di un testamento perché i beni del secondo babbo passino al figlio. In concreto, le nostre leggi distinguono bambini di serie A e bambini di serie B. E non è un problema limitato: in Italia ci sono 100 mila bambini di coppie gay, mentre sono 3mila le famiglie arcobaleno.

L'omogenitorialità è molto discussa anche all'interno della stessa comunità gay. Al momento solo coppie omosessuali “privilegiate” possono avere un bimbo.
Per seguire la strada di Valter e Mario ci vuole tempo (i due hanno viaggiato avanti e indietro dagli USA per 3 anni), soldi (il costo di un'operazione del genere è di 40mila euro) e soprattutto coraggio: il fegato di far valere le proprie scelte in un’Italia dove tutto ciò che esula dalla famiglia tradizionale incontra le critiche della Chiesa e la miopia della politica; il fegato di mettere al mondo un figlio, sapendo che dovrà vivere in un paese dove sarà considerato (almeno dalla legge) un bimbo di serie B.  

E te cosa ne pensi? Secondo la tua opinione due gay possono essere dei buoni genitori? Lascia un commento.

(Foto tratte da www.famigliearcobaleno.org)
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“Non ha detto che è gay?
Non votatelo”

FlorenZina non si occupa di politica, ma questa volta fa un’eccezione, per riferire di una singolare vicenda. Tutto parte dall’assurda accusa rivolta a un politico (fiorentino) dell’Italia dei Valori, apparsa su un sito internet: non hai dichiarato pubblicamente di essere gay? Sei inaffidabile e ricattabile, quindi non puoi fare il coordinatore regionale del partito, carica per la quale sei candidato .

In sintesi è questa la contestazione, pubblicata  nei commenti a un articolo del sito iltribuno.com, che ha fatto scatenare un putiferio. Il politico che ha visto mettere in piazza la sua omossessualità è Alessandro Cresci, attuale coordinatore fiorentino dell’Italia dei Valori e uno dei due candidati per la carica di segretario regionale.


"All'incontro con noi a Pisa, Alessandro avrebbe potuto tranquillamente parlare della sua omosessualità, del fatto che convive con il suo compagno. Scoprirlo a posteriori ci ha lasciato il dubbio della affidabilità sulla persona o sulla sua ricattabilità politica".

Scrive un fantomatico militante, che si firma “Enrico di Pisa”.

 Sono seguite mail di insulti: tra le accuse quella di aver fatto diventare l'Italia dei Valori un "partito di checche". A Cresci (foto) sono però arrivati molti messaggi di solidarietà: dai vertici del partito, ma anche dalle persone comuni. Il profilo Facebook si è riempito di attestati di amicizia. Intanto è scattata la caccia al fantomatico “Enrico di Pisa”, che (ovviamente) non si trova.
 

Per la cronaca: Cresci ha confermato di essere gay (affermando che non era necessaria una conferenza stampa per comunicarlo: lo sapevano già tutti, amici, parenti e colleghi) e in un comunicato ha annunciato querela.
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50 giorni di cinema a Firenze?
Una settimana è queer

Sullo schermo dell’Odeon arrivano le tematiche omosessuali. Tra le 8 rassegne che si alterneranno nello storico cinema fiorentino c’è anche il Florence Queer Festival, che oltre al teatro e all’arte propone una carrellata sulle pellicole dedicate al mondo lgbt.
 

L’evento, in programma dal 26 novembre al 2 dicembre, rientra nel cartellone dei “50 giorni di cinema internazionale a Firenze”, che racchiude 8 festival per un totale di oltre 250 film. Il programma del Florence Queer Festival non è stato ancora presentato ufficialmente, ma ci sono le prime anticipazioni.


Da segnalare la proiezione, ad ingresso libero e alla presenza del produttore, di Prayers for Bobby” di Russell Mulcahy, interpretato da Sigourney Weaver (guarda il trailer alla fine di questo post). Il film, tratto dal libro omonimo, narra la storia di Bobby Griffith, giovane gay che si uccise a causa dell’intolleranza della comunità cattolica in cui viveva. A seguito del suicidio, la madre (Sigourney Weaver)  inizia un lungo percorso che la porta fin dentro la comunità gay. 

Il primo dicembre, in occasione della Giornata Mondiale per la lotta all’Aids, si svolgerà poi la premiazione dell’ottava edizione del concorso nazionale “Videoqueer”: il miglior cortometraggio dedicato al tema della prevenzione dell’Hiv riceverà un premio speciale di 1000 euro, offerto dalla Regione Toscana.

Infine spazio ai documentari. Il 2 dicembre sarà presentato in anteprima “Diversamente Etero”, lavoro che prende spunto dalla vicenda delle due concorrenti del Grande Fratello 10, Sarah e Veronica, per riflettere sulla rappresentazione delle donne omosessuali nei media.



Per gli appassionati di cinema ecco qui tutte le altre rassegne in programma all’Odeon per i 50 giorni di cinema, oltre al Florence Queer Festival: France Odeon (21 – 24 ottobre);  Festival del Film Etnomusicale (31 ottobre – 2 novembre); Cinema e Donne (5 – 11 novembre); Festival dei Popoli (13 - 20 Novembre); Schermo dell'Arte (22 – 25 novembre); River to River (3 – 9 dicembre);  chiuderà il premio N.I.C.E. - Città di Firenze (10 dicembre). 

Aggiornamento del 7 novembre 2010: è uscito il programma, leggi il post


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Markesa va in TV


Che una Miss vada in televisione, non è affatto una novità. Lo è invece se la reginetta di bellezza in questione è una transgender invitata nel programma di punta del pomeriggio di Mediaset, ben lontana da fasce protette. Marica D’Amico, in arte Markesa, Miss Trans Italia 2010 è passata dalla terrazza del Mamamia ( e dello Stup!da) di Torre del Lago, allo studio di Pomeriggio 5 e lo ha fatto in buona compagnia.

 
 


Al cospetto di Barbara D’Urso sono arrivati anche Mister Gay Italia, Giulio Spatola, e le Cotton Fiok, il trio vincitore di Miss Drag Queen Italia


La puntata era dedicata alle reginette di bellezza (tra gli altri ospiti c’erano Miss Muretto, Miss Mamma – titolo vinto, per la cronaca, da Maria Teresa Ruta - e la simpatica Miss chirurgia estetica). E così 10 minuti del programma sono stati dedicati a Marica D’Amico, fiorentina, 32 anni, da oltre 10 anni nota vocalist e performer del panorama gay toscano, che lo scorso 28 agosto ha conquistato la fascia di Miss Trans Italia al Priscilla Caffè di Torre del Lago. 

A Pomeriggio 5, toni scanzonati per affrontare un tema ostico per la televisione italiana: la transessualità. «Hai cambiato sesso 4 anni fa, vero?» chiede Barbara D’Urso.«L’ho cambiato?», risponde ironica Marica. E poi c’è spazio anche per qualche gossip: Marica ammette di essersi concessa un “ritocchino” agli zigomi e svela come l’operazione di chirurgia al seno le sia stata regalata dal padre. Continua a leggere...