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Nozze gay: pioggia di promesse d’amore a Firenze. Le foto

Tante coppie gay, lesbiche e transgender si sono scambiate una promessa d’amore. Tante ''nozze'' in un negozio di cosmetici. E' successo sabato scorso in occasione di Dimmi di sì, la campagna promossa dall’associazione Frame e da Lush Italia a sostegno  del diritto al matrimonio per tutte le coppie. Le speciali cerimonie si sono tenute anche nel punto vendita di Firenze.
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Dove meno te lo aspetti. Nozze gay, nel negozio di cosmetici

Un cerimoniere speciale, una promessa d’amore tra due persone dello stesso sesso. Fiori di arancio, ma non in Comune né tantomeno in chiesa. Le nozze omosessuali arrivano tra i prodotti di bellezza. Una nota catena di negozi di cosmetici ha lanciato un’iniziativa speciale in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia: basterà presentarsi nel punto vendita di Firenze per vedere ‘’ratificata’’ la propria unione, con tanto di certificato d’amore.

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Le case popolari? A Tavarnelle sono gay-friendly

Un post più serio rispetto al solito. Sfogliando i giornali mi è caduto l’occhio su questa notizia: a Tavarnelle, nel Chianti fiorentino, il Comune ha “aperto le porte” delle case popolari alle coppie omosessuali.
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Metti il gay in prima pagina


Ormai il gay fa notizia. E lo fa ancora di più il coming out (vedi Tiziano Ferro & affini). Di questi tempi l’omosessualità è una delle parole chiave per i media, tanto da poter influire sulle vendite di quotidiani e settimanali. Alcuni saranno rimasti sorpresi, ieri mattina, leggendo la locandina del Nuovo Corriere di Firenze, che recitava a caratteri cubitali: “Mamma sono gay: le confessioni degli omosex fiorentini”. E chi è finito sulle colonne del quotidiano fiorentino? Un politico, una Miss, ma anche le storie dei gay “della porta accanto”.


Nonostante il titolo “strillato”, il giornale affronta il tema dell’omosessualità senza cadere nei luoghi comuni, raccontando la realtà omosessuale attraverso le parole di chi ha fatto coming out: un 31enne impegnato per Ireos (una delle associazioni fiorentine lgbt), un infermiere fiorentino e il suo compagno.

C’è anche un’intervista a Marica D’Amico, in arte Markesa, che lo scorso agosto è stata incoronata Miss Trans Italia 2010 a Torre del Lago. La performer, molto conosciuta nei locali gay toscani, racconta la storia della sua transessualità: un percorso lungo, ma con l’aiuto di una famiglia sempre presente.


Non manca il riferimento a due fatti in primo piano negli ultimi giorni in Toscana: la notizia di una coppia gay di Livorno che ha avuto un figlio grazie a un utero in affitto negli USA e il polverone politico sollevato per la vicenda di Alessandro Cresci (coordinatore provinciale dell’Italia dei Valori, accusato da un militante del partito di non essere affidabile, perché non dichiarato).

In un momento in cui la tv porta sullo schermo il solito gay stereotipato, fa piacere leggere un giornale che parla di omosessualità senza precocetti.
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I due babbi e il bebè


Può sembrare un termine oscuro nel significato, ma “omogenitorialità” indica una cosa  semplice: una famiglia composta da un figlio (o più) e due genitori dello stesso sesso. Famiglie meno diffuse di quelle tradizionali, che però anche nella nostra Italietta bigotta iniziano a conquistare visibilità, grazie all'iniziativa di pochi coraggiosi. E' il caso di una coppia livornese che, grazie a una “mamma in affitto” contatta negli Stati Uniti tramite un'Agenzia specializzata, ha adesso un figlio: David.

La loro storia è apparsa sulle pagine del Tirreno per poi essere ripresa da molti altri organi di informazione. 46 anni Valter, 50 anni Mario, sono diventati babbi lo scorso 10 agosto in una clinica californiana, dove “mamma – pancia” (come la chiamano loro), una trentenne messicana che vive da anni a San Diego, ha dato alla luce David.

I due, che si sono sposati nel 2008 a Barcellona e che convivono da 24 anni, sono da tempo impegnati a favore delle famiglie omosessuali che hanno avuto figli da unioni precedenti o attraverso la fecondazione artificiale. Mario è nel direttivo di "Famiglie arcobaleno", l'associazione che riunisce i genitori gay.


Una storia a lieto fine? Solo in parte. Secondo la legge italiana è Valter il padre di David: suo è il seme con cui è stata fecondata la “mamma in affitto”. Mario non ha alcun diritto, a differenza degli USA, dove entrambi sono riconosciuti genitori. E poi niente assegni familiari e la necessità di un testamento perché i beni del secondo babbo passino al figlio. In concreto, le nostre leggi distinguono bambini di serie A e bambini di serie B. E non è un problema limitato: in Italia ci sono 100 mila bambini di coppie gay, mentre sono 3mila le famiglie arcobaleno.

L'omogenitorialità è molto discussa anche all'interno della stessa comunità gay. Al momento solo coppie omosessuali “privilegiate” possono avere un bimbo.
Per seguire la strada di Valter e Mario ci vuole tempo (i due hanno viaggiato avanti e indietro dagli USA per 3 anni), soldi (il costo di un'operazione del genere è di 40mila euro) e soprattutto coraggio: il fegato di far valere le proprie scelte in un’Italia dove tutto ciò che esula dalla famiglia tradizionale incontra le critiche della Chiesa e la miopia della politica; il fegato di mettere al mondo un figlio, sapendo che dovrà vivere in un paese dove sarà considerato (almeno dalla legge) un bimbo di serie B.  

E te cosa ne pensi? Secondo la tua opinione due gay possono essere dei buoni genitori? Lascia un commento.

(Foto tratte da www.famigliearcobaleno.org)
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